Vi presento la versione a filastrocca delle cinque lezioni nelle Tusculanae disputationes di Cicerone.

Filastrocca Tuscolana – terza lezione

in ottonari a rima baciata

Proemio

CICERONE
Che ti faccia mal la pancia
per cibaria un poco rancia,
che ti faccian mal gli orecchi,
che ti angosci o ti punzecchi
qualsivoglia ipocondria,
il dottor con acribia
cerca e prova ogni rimedio
dando al morbo assillo e assedio.
Ma mi spieghi – poffarbacco! –,
se del corpo ha ogni acciacco
la sua propria medicina,
perché poi la grave angina
della psiche non si cura
e anche Asclepio la trascura?
E poi presi dall’insania
s’ha di vana gloria smania,
apprension, malicolia,
dell’altrui bramosia.
Qua è il miglior medicinale
barba, sì, filosofale!

S.U., mensa scriptoria

Lezione tre: la depressione

ALUNNO
Non vorrei fare un malestro,
affermando, o mio maestro,
che anche al più grande sapiente
può deprimersi la mente;
appetiti, fifa, ira
anche quegli a sé li attira:
non c’è della psiche moto
che a qualcuno resti ignoto.

MAESTRO
Ecco che addì sei alle porte
– caro mio, reggiti forte! –
e di grandi e di piccini
sillogismi e raziocini.
È densissima melassa.
Districhiamo la matassa
degli stoici arsenali.
Le questioni lessicali
ho ben bene ponderate.
Ciò che i greci chiaman πάθη
non m’aggrada dir sia morbo,
che parrebbe un verbo orbo.
È mental perturbazione
che dà l’out alla ragione.
Se dei savi il cervello
è il fior fiore all’occhiello
dal midollo ogni appetenza
può scacciare la sapienza.
Non di pietra abbiamo il core,
ma placar potrà ogni ardore
forte consapevolezza.
Poi è dell’animo fortezza
contro altere idee e meschine
quella greca σωφροσύνη.
Temperantia, moderatio
lungi tiene il moral dazio,
ché la rotta aurea e augusta
passa in mezzo e è sempre giusta.
Oltremodo non si appete
per trascorrere ore liete,
né si teme un mal futuro
né un problema già maturo.
Godi anche in grave lutto
del riserbo l’usufrutto.
Mai non far come quei pazzi
che non mostrano imbarazzi
e si battono sui petti
lancian disperati urletti,
la camicia ormai è a brandelli,
or si strappano i capelli
pretendendo che calvizie
tosto estingua lor nequizie.
Se sei triste, datti pace:
senti ingiuria, ma fallace,
che a pensarci, per davvero
non c’è su quest’emisfero
neanche un uomo che la scampi.
Stolto sei se credi ampi
del dolore i benefici.

ALUNNO
Ben capisco quel che dici?
Non mi serve stare male?

MAESTRO
Non ti serve: è da evitare.
Lancia Sorte sue ripicche,
tu sii saggio e dalle picche.

Jeden Sonntag erscheint ein neuer Artikel auf der Webseite. Bis der nächste herauskommt, könnten Sie auch diese interessieren.




Abonnieren Sie meinen Newsletter!


Silvia Ulivi

Humanistin mit einem unstillbaren Faible für Sprachsysteme, Literatur und Unterricht

0 Kommentare

Schreiben Sie einen Kommentar

Avatar placeholder

Ihre E-Mail-Adresse wird nicht veröffentlicht. Erforderliche Felder sind mit * markiert