Sonetto a mia figlia

La notte buia chiama e il sonno pave
persosi nel nero ostile di un sogno.
Un vocino mugola nel bisogno
tendendo bianca la manin soave.

Lo sconforto delle tue luci cave
non regge il petto mio. Non mi vergogno
se immerita di Caritas agogno
sol di abbracciarti forte finché è grave

lo smarrimento sulle gote rosa.
All’omero affidi ansie e capino,
le membra tue nivee sento più lasse.

Tener stretta te, che rendi radiosa
pur timida luna, è dolce destino
e tanto vorrei che mai non mutasse.

Silvia Ulivi
ottobre 2022

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Silvia Ulivi

Humanistin mit einem unstillbaren Faible für Sprachsysteme, Literatur und Unterricht

2 Kommentare

Elena Francia · 17. Januar 2023 um 9:40

Cara Silvia, come sempre mi tocchi il cuore, mi ha fatto pensare al mio Nicholas e a come vorrei che i nostri dolci abbracci non cambiassero mai.

    Silvia Ulivi · 17. Januar 2023 um 10:42

    Grazie, cara Elena, mi ha fatto tanto piacere il tuo commento. Un abbraccio!

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